Pensa ad una riunione di lavoro tra professionisti in giacca e cravatta e tailleur.

C’è chi scrive appunti a manetta, c’è chi ascolta e basta, c’è chi continua a fare domande, c’è chi non riesce a stare fermo sulla sedia.

C’è chi deve andare in bagno o uscire con qualche scusa, c’è chi scarabocchia, c’è chi giocherella, c’è chi chiacchiera col vicino.

C’è il distratto ma che poi si ricorda tutto e c’è quello che sembra attento ma in realtà non sta capendo un bel niente.

Ognuno ha le proprie caratteristiche e, soprattutto, ognuno ha il suo metodo per stare attento e per ricordare.

Ecco perché quando ci chiedono perché non organizziamo dei corsi a gruppi sul Metodo di Studio nel nostro centro, rispondiamo, semplicemente, che non esiste un metodo di studio buono per tutti.

Perché non esiste un metodo di studio standard e universale

Certo, creare un metodo di studio generale è possibile, basterebbe raggruppare regole ‘universali’, quindi buone sulla carta e buttare giù uno schema.

Ma sarebbe limitante, oltreché inutile per chi lo segue.

Questo perché il rischio è di dare indicazioni generali che difficilmente un ragazzo (e anche un adulto) saprà adattare alla sue specifiche caratteristiche.

Se conosci il Tuo metodo di studio saprai lavorare e affrontare la Tua vita.

L’esperienza insegna che con gli studenti bisogna fare un lavoro sartoriale, perché ognuno di loro ha misure fisiche, cognitive, mnemoniche diverse.

Imparare a studiare non è un processo fine al rendimento scolastico ma può e deve essere sfruttato per tutta la vita, soprattutto in ambito lavorativo. Questo perché imparare il metodo di studio significa imparare a conoscersi.

Imparando a studiare riconosci quali sono i tuoi punti di forza e i tuoi punti di debolezza.

Imparando a studiare sviluppi l’autoefficacia oltre che l’autostima, ovvero maturi fiducia nella tua capacità di poter cambiare le cose.

Saprai autovalutarti (aspetto spesso carente negli studenti ma anche negli adulti in ambito professionale), riconoscere e saper gestire gli stati d’ansia, causa quest’ultima di andamenti negativi scolastici ma anche lavorativi.

Le mappe non bastano, anzi spesso sono controproducenti per esempio per chi ha difficoltà visuo-spaziali.

Come non bastano i colori per chi non ha memoria visiva.

Pensa ad una relazione letta in ambito lavorativo: c’è chi evidenzia, chi cerchia, chi scrive appunti, chi fa disegnini, chi non fa niente…

Sono tutti metodi efficaci ma estremamente personali.

Non basta dire ‘Concentrati!’ Perché chi ha difficoltà di attenzione ha bisogno di imparare strategie specifiche.

Puoi sentirti dire che non basta un’ora per studiare, ma non ne bastano neanche quattro se sbagli l’approccio allo studio.

Studiare con la musica o studiare in silenzio che differenza può fare? Impossibile stabilirlo, è soggettivo.

E tutto questo capita anche nel lavoro.

Pensa ad esempio ai chirurghi, alcuni si concentrano se lavorano con la musica o con il rumore di sottofondo, mentre altri hanno, al contrario, bisogno del silenzio assoluto.

Noi di InStudio lavoriamo di sartoria perché solo così otteniamo risultati efficaci e duraturi, perché crediamo che un metodo di studio universale non esista o, se esiste, non possa essere efficace per gli studenti, ma anche per gli adulti che desiderano migliorare l’apprendimento e le performance nel lavoro, così come nella vita di tutti i giorni.

Se desideri contattarci per avere più informazioni clicca qui.