Andiamo diretti al punto!

La condizione di ripetizione continua di abitudini scorrette nello svolgimento dei compiti scolastici costituisce nel lungo periodo limitazioni all’evoluzione personale.

Non è altro che una gabbia dorata che limita la crescita emotiva degli studenti senza che ce ne rendiamo conto.

Queste apparentemente innocue abitudini reiterate ogni giorno (anche se in modo inconsapevole) hanno effetti su tutta la famiglia.

L’effetto più evidente è che in famiglia si finisce a parlare, e spesso a litigare, solo di scuola e compiti scolastici.

 

Ecco alcune tipiche frasi dei genitori:

Vediamo sul diario cosa dobbiamo fare oggi

Meglio se ci prendiamo avanti con scienze perché poi ho poco tempo..

Hai fatto tutte le espressioni di matematica?

Dammi il quaderno che controllo che sia giusto.

Dai mettiti qui e inizia a fare i compiti…

Guarda che giovedì hai verifica di matematica e venerdì interrogazione di inglese! Ti pare il caso di stare ancora sul divano?

Ti interrogo sugli Egizi…

Ti ho fatto lo schema, ora puoi studiare!

Stai fermo sulla sedia fin che leggi!

Come fai a scrivere messo così storto?

Ti leggo io così capisci meglio!

Dai che se prendi otto ti compro un videogioco nuovo..

Se non studi non vai a calcio!

Se non prendi la sufficienza non esci con gli amici!

I compiti vanno fatti dalle due alle cinque, poi ti interrogo io prima e dopo la cena…

Non puoi aspettare le cinque per iniziare a fare i compiti

Alle sei io non ho tempo di mettermi lì a studiare, facciamoli adesso

Non avere altri argomenti di discussione e confronto è sfinente, per le mamme in primis, ma anche per tutti gli altri componenti la famiglia…

Avevamo già affrontato lo stress scolastico delle mamme che è un fenomeno ancora molto sottovalutato anche se molto diffuso.

Fenomeno che se non viene ben compreso e affrontato può portare la mamma a vivere in modo difficile il rapporto di genitorialità, nonché il figlio a diventare insicuro e dipendente dalla sua figura in ambito scolastico e non solo.

E i figli come reagiscono?

 

Si abituano ad aspettare che qualcuno dica loro cosa fare.

Quelli che aspettano sono studenti senza difficoltà a livello cognitivo, con poca autonomia e abituati ad aspettare che qualcuno dica loro cosa fare, tipo “prendi la penna blu, scrivi in corsivo, leggi e poi ripeti, ripeti quello che dico, fai l’esercizio uno e poi il due, inizia con matematica e poi fai geografia…”

I ragazzi che aspettano normalmente sono studenti che sono stati seguiti per anni (sì, per anni…) nella gestione dei compiti scolastici con un approccio decisamente passivo.

Sono consapevoli che qualcosa non va, che la scuola non può essere tutta ‘sta fatica per tutta la famiglia

E tutto questo accade perché non si è pensato al lungo termine, a portare lo studente a raggiungere autonomia, ma esclusivamente al breve a garantirgli (e garantire ai genitori) compiti fatti e verifiche con voti accettabili, che comunque tendono ad arrivare saltuariamente.

Va da sé che questo comportamento si può riflettere anche sulle scelte future di vita dei ragazzi, inducendoli a maturare difficoltà nel prendere le decisioni e anche nell’assumersi le proprie responsabilità.

C’è una sorta di illusione nei genitori: prima o poi, standogli dietro, si arrangerà da solo.
Invece non è così!

Bisogna invertire la rotta, per ripristinare il giusto equilibrio familiare

Uscire da questo loop non è facile!

Significa interrompere abitudini spesso reiterate per anni.

– E’ chiaro che gli studenti dovrebbero arrangiarsi a gestire i compiti e lo studio… in fondo è il loro lavoro

– E’ evidente che una mamma non può trascorrere tutti i pomeriggi a fianco del figlio per fare i compiti dalla prima elementare alla maturità

L’esperienza di tanti anni ci insegna infatti che gli studenti con maggiori successi scolastici sono quelli meno seguiti nella gestione dei compiti perché più autonomi.

Quando un genitore prende il sopravvento nella gestione dei compiti del figlio sta dicendo al figlio:

non credo che tu sia in grado di fare i compiti da solo, punto, non ho fiducia in te, e la tua insufficienza è un mio fallimento.

Infatti ai bambini della primaria viene dato un carico di compiti con difficoltà, che loro possono tranquillamente gestire in base alla loro età e a ciò che stanno facendo in classe.

Così alle medie inferiori e superiori, il carico di compiti è calibrato in base alla classe frequentata e agli argomenti affrontati in classe.

Gli studenti, quindi, dovrebbero essere autonomi fin da subito nella gestione dei compiti scolastici

Non si può pretendere che lo diventino di botto alle medie o alle superiori, se negli anni precedenti sono stati sempre seguiti da genitori o ‘aiutanti’ che non hanno lavorato per l’autonomia dello studente.

Non ci si può permettere di abituare uno studente ad ‘aspettare’ perché deve essere lui il protagonista del suo apprendimento scolastico e nostro compito di educatori è favorire questo processo.

L’apprendimento scolastico presuppone un cambiamento generato dall’esperienza e riguarda la vita prima e oltre la scuola.

Cosa deve fare un genitore?

Siamo consapevoli che creare cambiamenti nei ragazzi è un processo delicato e che richiede un atto di responsabilità.

Spesso e purtroppo ci è capitato nel corso degli anni di dover modificare apprendimenti negativi che hanno destabilizzato l’autostima, l’autonomia e la motivazione dei ragazzi.

Di questo si occupano i professionisti di InStudio e se vuoi ricevere maggiori informazioni chiamaci al numero 339 4876 813 o scrivici un messaggio cliccando su questa pagina di contatti.