L’autolesionismo nei giovani è diffuso fra i ragazzi, soprattutto nella fascia di età definita adolescenziale dove, secondo gli ultimi dati raccolti, due ragazzi su dieci praticano tagli o ferite volontariamente sul proprio corpo. I giovani si tagliano con lamette, con oggetti acuminati in parti non visibili e spesso visibili del corpo e non succede nulla fino a quando qualcuno se ne accorge. Sicuramente l’autolesionismo nei giovani è una forma di espressione del disagio maturato nel rapporto con i familiari, e gli esperti avvertono: molti sono vittime di bullismo ‘fisico’ e di natura cyber.

Ed è proprio la rete il ‘non luogo’ dove l’autolesionismo nei giovani può trovare sfogo e che rischia di diventare terreno fertile per la creazione di modelli condivisi e diffusi fra gli adolescenti. A provarlo sono le immagini e i gruppi di Facebook e Instagram dedicati al cutting, ovvero al tagliarsi con lamette, oggetti di acuminati e frammenti di vetro.

Interessante è prezioso è l’apporto in merito dato da Maura Manca, presidente dell’Osservatorio nazionale adolescenza,che ha approfondito il tema dell’autolesionismo nel suo volume  Autolesionismo nell’era digitale. La scrittrice lamenta la resistenza a parlare di questo argomento, che sembra proporsi come un grande tabù, difficile da affrontare soprattutto nelle scuole. La resistenza istituzionale è elevata e, in molto casi, arriva a non ammettere che il problema esista, complici le famiglie che spesso non chiedono aiuto perché sono spaventate o mortificate dal fatto che i figli si taglino per provocare ferire volontarie.

Ecco che il problema dell’autolesionismo nei giovani deve essere affrontato e, come è finora accaduto per il cyber bullismo e il bullismo in genere. Serve una seria battaglia di conoscenza, una battaglia culturale che possa aprire gli orizzonti del sapere a tutti, ai ragazzi, alle famiglie e agli operatori scolastici.

InStudio opera nell’aiuto psicologico agli adolescenti da anni e propone incontri individuali e di gruppo in merito. Vi invitiamo a contattare lo studio per fissare un primo appuntamento via telefono, mail o impiegando il form di contatti che trovate in questo sito.